sabato 30 gennaio 2016

Il Piantatore di Datteri


Da "Lascia che ti racconti" di Jorge Bucay traggo una preziosa lezione di vita

In un'oasi di una sperduta, lontana zona desertica un vecchio, Eliabu, mentre inginocchiato stava seminando dei datteri, fu avvicinato dal vicino Hakim che lo osservava.
Il vicino lo salutò augurandogli la pace e incuriosito volle sapere cosa stava facendo.
Saputolo, si stupì e proponendogli una pausa gli chiese l'età che Eliabu non conosceva e poteva andare dai 60 agli 80 anni.
Allora Hakim gli fece presente che stava facendo un lavoro inutile, perché non avrebbe assaggiato i datteri che sarebbero arrivati dopo oltre cinquanta anni.
Il vecchio però non si arrese e continuando il suo lavoro, così rispose all'amico:

"Senti Hakim. Io ho mangiato i datteri che un altro ha seminato, e nemmeno lui sognava di mangiare proprio quei datteri. Io semino oggi perché domani altri possano mangiare i datteri che sto piantando...
E anche se fosse soltanto per rendere omaggio a quello sconosciuto,  per me vale la pena di finire il mio compito,"

"Mi hai dato una grande lezione,  Eliabu. Lascia che ti ricompensi con un sacchetto di monete per l'insegnamento di oggi " e così dicendo Hakim posò nella mano del vecchio un sacchetto di cuoio.

"Ti ringrazio per le monete,  amico. Come vedi,  a volte capita anche questo: tu avevi pronosticato che non avrei raccolto quello che stavo seminando. 
E invece guarda, non ho ancora finito di seminare che ho già raccolto un sacchetto di monete e la gratitudine di un amico."

"La tua saggezza mi sorprende, vecchio. Questa è la seconda grande lezione che mi hai dato oggi, forse ancora più importante della prima. Lascia che ti ricompensi anche per questa lezione con un sacchetto di monete."

"E certe volte succede anche questo" proseguì  l'anziano.  E tese la mano davanti a sé guardando i due sacchetti di monete, "ho seminato per non raccogliere,  e prima di aver finito di seminare ho raccolto non una ma due volte, "

"Adesso basta,  vecchio. Non dire più niente. Se continui con i tuoi insegnamenti,  temo che tutta la mia fortuna non basterà a ripagarti..."






venerdì 29 gennaio 2016

Un Sogno realizzato



Un Sogno realizzato

Nella mia esperienza di vita ho incontrato tante persone con grandi possibilità intellettuali, umane o pratiche. Molte, pur coltivando nell' intimo il desiderio o l'ambizione di realizzare dei sogni accarezzati fin dalla giovinezza, non hanno avuto l'occasione, il coraggio e la volontà di affrontare le difficoltà necessarie per attuarli e si sono lasciate trascinare dagli eventi della vita, lasciandoli sempre in stand-by..
In questo spazio ho avuto già modo di incoraggiare le persone a "vivere" assecondando le loro inclinazioni positive.

giovedì 28 gennaio 2016

Pensare positivo


Frasi celebri  molto utili di Norman Vincent Peale

"Affronta gli ostacoli e fa qualcosa per superarli. Scoprirai che non hanno neanche la metà della forza che pensavi avessero."

"Vivi la tua vita e dimentica la tua età."

"La nostra felicità dipende dalle abitudini mentali che coltiviamo. Quindi esercitati nei pensieri felici ogni giorno.  Sviluppa l'abitudine della felicità, e la vita diventerà una festa continua."

mercoledì 27 gennaio 2016

Ricordi che fanno sorridere


Spesso quando ci telefoniamo la mia amica Piera contribuisce ad alleggerire i temi che propongo, con i suoi ricordi di famiglia.
Il carattere gioviale del padre Sandro ed anche  la propensione allo scherzo erano conosciuti e li faceva soprattutto in famiglia.
La suocera Albina era una sua frequente vittima e non perdeva l'occasione di stuzzicarla e farle perdere la pazienza.

martedì 26 gennaio 2016

Saggezza


Di autore ignoto, tratto da "Brodo caldo per l'anima"

"Tre cowboy erano in giro a cavallo per i pascoli fin dal primo mattino. Uno di loro era membro della nazione Navajo.
Occupati tutto il giorno a radunare il bestiame disperso, i tre non avevano avuto il tempo di mangiare. 
Verso la fine della giornata,  due dei cowboy cominciarono a parlare di quanto fossero  affamati e della cena enorme che si sarebbero mangiati una volta giunti in città. 
Quando uno dei cowboy domandò  al Navajo se anche lui avesse fame, questi scollò  le spalle e disse: "No."
Più tardi quella sera,  dopo essere arrivati in città,  tutti e tre ordinarono una cena abbondante a base di bistecche.
Poiché il Navajo mangiò con grande gusto tutto quanto vi fosse in vista,  uno dei suoi amici gli rammentò che meno di un'ora prima aveva detto loro di non aver fame, "Non  saggio aver fame prima," rispose. "Niente da mangiare,"

lunedì 25 gennaio 2016

Amicizia...vera ricchezza

 
     
Anche attraverso questo mezzo ho avuto modo di esprimere il valore dell'amicizia e avevo rilevato che per contare quelle vere può bastare una sola mano.
Mi sbagliavo, perché in questo periodo ho constatato che ne ho di più ed è molto bello e consolante.
Desidero ringraziare le mie amiche per il tanto che mi hanno dato e continuano a farlo e mi fa piacere che si riconoscano. Un'amicizia vera non ha bisogno di frequentazioni continue. Per svariati motivi si possono avere contatti più rari, ma quando ci si rivede, o ci si sente, è come se lo avessimo fatto il giorno prima.
Con quella che sono cresciuta, vivendo poi in luoghi diversi e impegnate con il lavoro e la famiglia, ci siamo perse di vista per lungo tempo e tuttora  non ci incontriamo spesso, ma anche attraverso una telefonata che ...non finisce più, ritroviamo l'affetto, la confidenza e i ricordi.
Un'altra l'ho conosciuta nei primi anni di matrimonio, perché i mariti erano colleghi. ed amici veri che si sono frequentati fino agli ultimi giorni di vita di mio marito
Abbiamo simpatizzato e legato fra noi  subito anche per i problemi familiari simili e l'amicizia continua  nella stima e nell'affetto reciproco, incontrandoci meno spesso, perché lei è meno libera di me.
Con un'altra, conosciuta e frequentata nei suoi primi anni di matrimonio ci eravamo perse di vista ed ora, sole entrambe, ci incontriamo abbastanza spesso e contiamo reciprocamente su un aiuto reciproco, anche perché condividiamo valori importanti frequentando gli stessi ambienti.
L'amicizia vera con un'altra, pur vivendo nello stesso luogo, è nata quando per la morte del marito è rimasta sola e mi è stata di grande aiuto e conforto quando è successo a me. Tuttora è la mia confidente speciale e ci sentiamo quasi solo telefonicamente non abitando piu vicine.
Completo le dita di una mano, con un'ex collega che ho rivisto qualche giorno fa. Con lei ho condiviso altri problemi importanti e mi è stata di grande aiuto quando ho scritto la storia della mia famiglia.
Inizio a contare le amicizie nella seconda mano e non per ordine di importanza.
Metto in testa la più "pazza" e quella che mi assomiglia di più. Siamo nate a un giorno di differenza, ma lei tredici anni dopo di me.
L'amicizia ha avuto periodi alterni, ma è sempre un grande piacere ritrovarci e passiamo il tempo rivelandoci le nostre somiglianze e ridendo per le 'matità' che riusciamo ancora a combinare.
 E quante pazzie abbiamo condiviso vestendoci in maschera e abbuffandoci in cene luculliane.
Le riflessioni si sono allungate...ma non finisce qua perché prossimamente parlerò delle amiche importanti e più recenti che per la loro età potrebbero essere mie figlie e contribuiscono a farmi sentire più "giovane".
Mi accorgo in questo momento di quanto sono fortunata, perché ricordando tutte, mi accorgo che sono molte di più di quelle che pensavo ..
Noto che ognuna riempie parti importanti e diverse dei miei interessi e messe insieme formano una...lunga fila e una grande ricchezza...








domenica 24 gennaio 2016

Lo Spirito e Noi

Dall'omelia del vescovo Antonio Riboldi:

"Il Vangelo di oggi ci descrive la prima comparsa in pubblico di Gesù , la sua prima 'predica', proprio a Nazareth,  sua città natale . Gesù ha forse voluto scegliere , tra tutto il popolo eletto che era venuto a salvare, il pulpito più 'povero': si, perché Nazareth era considerata allora dai Giudei la città più ignorante, non solo , ma più lontana da Dio fino a sfiorare l'ateismo; tale da non meritare nessuna stima, ma solo disprezzo".
"Essere cristiani non è solo un modo di dire, ma un modo di vivere la fede, che si esprime nel come pensiamo, come parliamo ,come ci comportiamo, insomma nel come 'viviamo Cristo', sotto l'azione dello Spirito".
"Occorre, dunque, prendere coscienza che non possiamo più essere cristiani  di 'facciata', ma dobbiamo diventare cristiani 'vivi', che,  dove sono ,operano 'ispirati' , ossia mossi .dallo Spirito Santo. 
È difficile?  Sì,  ma possibile per la forza dello Spirito che ci guida.  È necessario se vogliamo 'realizzare' noi stessi ed aiutare gli altri, crescendo insieme nella fede e nella santità. 
Non è più tempo- e sono certo che voi , che siete 'di buona volontà', siate d'accordo-di' segni senza significato' , ma  è tempo di presenze che tornino ad essere 'sale della terra e luce del mondo' ."
"Per grazia di Dio, tanti, in tanti modi,  questo 'oggi' lo stanno già attuando nelle innumerevoli  forme della carità,  animata dallo Spirito Santo. "

sabato 23 gennaio 2016

Felici...perché?


Una decina di giorni fa ho ricevuto da un'amica un articolo che mi è piaciuto e  ha suscitato le  osservazioni che propongo.
Un pensiero di William Shakespeare è condivisibile e    se si mettesse in pratica ci farebbe vivere meglio.
" Mi sento sempre felice, sai perché? Perché non aspetto niente da nessuno ".
Per le vicende della vita, e forse ciò può essere anche un bene, aspettiamo sempre qualcosa di diverso, perché si spera in qualcosa di positivo.
I problemi da risolvere a volte dominano i nostri pensieri e ci preoccupano, se non vediamo soluzioni prossime, dimenticandoci che solo alla morte non
c'è rimedio.
Purtroppo capita spesso di incontrare persone impazienti, anche per una minima
mancanza, dall'insulto facile che ci rivolgono frequentemente mentre guidiamo. Anche dalla televisione non riceviamo esempi positivi dai vari opinionisti, sempre quelli e onnipresenti. Urlano, non rispettano chi sta parlando, anzi si parlano sopra e  poiché tutto ciò avviene con frequenza, diventa accettabile, abituale e imitabile in ogni circostanza.
Gioie, dolori fisici, sofferenze morali e imprevisti non hanno conseguenze senza termine.
Tutto, veramente tutto è passeggero. Ricordiamocelo spesso e comportiamoci di conseguenza; godendo delle cose belle che ci succedono e sopportando pazientemente quelle negative.
Molto importante è evitare di agire precipitosamente e non prendere decisioni senza aver prima riflettuto alle conseguenze che possono determinare e di cui ci si può pentire, senza poi riuscire a porvi rimedio.
Cerchiamo di vivere bene, tranquilli, in pace, con pazienza e tolleranza verso il prossimo, ricordando che i difetti  non mancano neanche a noi, anzi abbondiamo. Rendiamoci disponibili a cogliere ogni occasione  di poter rendere felice anche con poco una persona e di riflesso lo saremo anche noi...





venerdì 22 gennaio 2016

il Mattone boomerang


Da "Lascia che ti racconti" di Jorge Bucay

"C'era una volta un uomo che andava in giro con un mattone in mano. Aveva deciso che ogni volta che qualcuno lo avesse fatto arrabbiare gli avrebbe lanciato addosso il mattone.
Era un metodo un po' rozzo, però sembrava efficace, no?
Un giorno s'imbattè in un amico prepotente che gli si rivolse in malo modo.
Fedele alla propria decisione,  l'uomo afferrò il mattone e glielo lanciò addosso.
Non ricordo se l'avesse colpito.  Ma sta di fatto che il successivo recupero del mattone gli parve disagevole. Decise allora di migliorare il "Sistema di Autorecupero del Mattone" come lo chiamava lui.
Legò un cordino lungo un metro attorno al mattone e uscì di casa.
Il mattone non avrebbe potuto andare troppo lontano,  ma anche il nuovo metodo aveva alcuni inconvenienti: in effetti il destinatario  delle ostilità doveva trovarsi a meno di un metro di distanza e poi, dopo aver scagliato il mattone, l'uomo doveva prendersi la briga di raccogliere il cordino, che tra l'altro sovente si aggrovigliava e si impigliava, con conseguente disagio.
Allora l'uomo inventò il "Sistema Mattone lll" . 
Protagonista  era sempre il solito mattone ma il nuovo sistema  prevedeva una molla al posto del cordino. Ora il mattone poteva essere scagliato più volte e sarebbe sempre tornato indietro da solo,  pensò l'uomo.
Uscì di casa e, nel momento in cui fu vittima della prima aggressione, lanciò il mattone. 
Ma non colpì l'obiettivo perché, quando la molla entrò in azione, il mattone schizzò all'indietro andando  a finire proprio sulla testa dell'uomo che lo aveva lanciato. 
Ci provò un'altra volta,  e si prese una seconda mattonata perché aveva calcolato male le distanze.
La terza mattonata se la prese perché aveva calcolato male i tempi.
La quarta fu particolare perché,  dopo aver deciso di lanciare il mattone contro la vittima,  aveva cercato di proteggerla con il risultato di prendersi di nuovo il mattone in  testa. 
Si fece un bernoccolo enorme...
Nessuno seppe perché non riuscisse mai a dare una mattonata a qualcuno: se per via dei colpi ricevuti o per qualche deformazione del suo animo.
Tutti i colpi si ritorcevano sempre contro di lui...












giovedì 21 gennaio 2016

Come abbiamo fatto?


Come abbiamo fatto a...sopravvivere e diventare grandi noi che entro il "50" crescevamo?
Questo è il tema del post che con il titolo  di "Come eravamo"  avevo riportato nei giorni in cui ero senza connessione. Mi sono accorta, che proprio per l'interruzione era stata pubblicata solo la prima parte e l'ho eliminata. Mi scuso dell'inconveniente e rimando perciò le osservazioni che ho fatto, riguardo all'argomento che avevo ricevuto dalla mia amica Gabriella.
In quegli anni eravamo piccoli, bambini o adolescenti...
Quando qualcuno di noi viaggiava in auto non eravamo protetti dalle cinture di sicurezza, né dagli airbag e spesso ci ritenevamo fortunati di poterlo fare anche sistemati alle bene e meglio, nella parte posteriore di un furgone o di un camion come è successo molto spesso a me.
Il nostro mezzo di locomozione abituale erano le nostre gambe e la bicicletta con la quale scorrazzavamo liberi, senza casco protettivo e poco pericolo, per lo scarso traffico. Vivevamo molto all'aria aperta, giocando a lungo nel pomeriggio in compagnia e richiamati all' imbrunire dalle urla delle mamme e non dal cellulare.
A scuola andavamo al mattino, o al pomeriggio, perché le aule spesso
erano insufficienti a contenere un grande numero di alunni.
Se giocando capitava qualche incidente e ci procuravamo qualche ferita nessuno  protestava, né  si faceva proteggere dai genitori, e ci si guardava bene dal riferirlo a casa se ricevevamo qualche rimprovero a scuola o fuori dagli adulti; altrimenti ne avremmo ricevuti degli altri.
Le nostre merende erano casalinghe e salutari, composte da pane, anche del giorno prima, marmellata, burro e zucchero o qualche fetta di ottimo salame o ossacollo e nessuno aveva allergie o intolleranze particolari, come ora hanno tanti bambini.
Al massimo qualcuno a volte diceva che il latte della colazione gli faceva venire mal di pancia. Non ricordo nessuno in sovrappeso, anche perché i dolci non erano all'ordine del giorno, ma in periodi particolari o fatti dalla mamma per il compleanno che pochi festeggiavano, naturalmente senza regali.
La nostra grande ricchezza erano i numerosi amici, non virtuali, ma reali che cercavamo ogni giorno e con i quali trascorrevamo più tempo possibile, confidandoci sogni, confidenze, timori, aspettative e ideali...
Non so se i bambini di oggi con tanti "optional" sono più fortunati di noi. So solo che se incontriamo un vecchio compagno di giochi abbiamo tante cose belle vissute insieme da ricordare e da condividere...



mercoledì 20 gennaio 2016

Dal ...cassetto


Ho già espresso la mia opinione riguardo ad "aiuti"  per la nostra vita che ci arrivano dopo tanto tempo e che ci fanno capire che non li abbiamo conservati per caso. Anche il post di oggi ne è una dimostrazione. Risale al 2003 ed è stato ritrovato
"per caso" in un cassetto dalla mia amica Paola che me lo ha trasmesso:
Ogni istante che Dio ti dona è un tesoro immenso. Non buttarlo. Non correre sempre, alla ricerca di chissà quale domani. "Vivi meglio che puoi, pensa meglio che puoi e fai del tuo meglio oggi. Perché 
l'oggi sarà presso il domani e il domani sarà presso 
l'eterno" (A. P. Gouthey).

                        SE TORNASSI A VIVERE
" Qualcuno mi ha chiesto giorni fa se, potendo rinascere,  avrei vissuto la vita in maniera diversa. 
Lì per lì ho risposto di no, poi ci ho pensato un po'
su e ...
Potendo rivivere la mia vita,  avrei parlato meno e ascoltato di più. 
Non avrei rinunciato a invitare a cena gli amici soltanto perché il mio tappeto aveva qualche macchia e la fodera del divano era stinta.
Avrei mangiato briciolosi panini nel salotto buono e mi sarei preoccupata molto meno dello sporco prodotto dal caminetto acceso.
Avrei trovato il tempo di ascoltare il nonno quando rievocava gli anni della sua giovinezza. 
Non avrei mai preteso, in un giorno d'estate, che i finestrini della macchina fossero alzati perché avevo appena fatto la messa in piega. 
Non avrei lasciato che la candela  a forma di rosa si sciogliesse, dimenticata, nello sgabuzzino. 
L'avrei consumata io, a forza di accenderla.
Mi sarei stesa sul prato con i bambini senza badare alle macchie d'erba sui vestiti. 
Avrei pianto e riso di meno guardando la televisione e di più osservando la vita. 
Avrei condiviso maggiormente le responsabilità di mio marito.
Mi sarei messa a letto quando stavo male, invece di andare febbricitante al lavoro quasi che, mancando io dall'ufficio, il mondo si sarebbe fermato.
Invece di non vedere l'ora che finissero i nove mesi della gravidanza,  ne avrei amato ogni attimo, consapevole del fatto che la cosa stupenda che mi viveva dentro era la mia unica occasione di collaborare con Dio alla realizzazione di un miracolo. 
A mio figlio che mi baciava con trasporto non  avrei detto: -Su, su, basta. Va' a lavarti che la cena è pronta-.
Avrei detto più spesso:-Ti voglio bene- e meno spesso: -Mi dispiace -...ma soprattutto,  potendo ricominciare tutto daccapo,  mi impadronirei di ogni minuto...lo guarderei fino a vederlo veramente...
Lo vivrei... e non lo restituirei mau più. 
                         (Erma Bombeck)








martedì 19 gennaio 2016

Una Santa attuale


Da vent'anni conosco una santa molto particolare che sembra strano sia ancora apprezzata in modo particolare non per la sua santità,  ma per la vastità delle sue conoscenze, in sintonia con le valutazioni moderne sulla relazione tra natura e l'uomo.
Si tratta di santa Ildegarda nata nel 1098 e considerando l'ostracismo che fino a pochi decenni fa soffocava  l'accesso alla cultura e le capacità intellettuali delle donne, è incredibile che abbia potuto esprimersi in diversi campi.
In questi ultimi tempi in cui nonostante tanti "rimedi" che la scienza farmaceutica ci propone per ogni male reale o immaginario, siamo sempre più attaccabili fisicamente e vittime di intolleranze alimentari, provocate in parte dallo smodato uso di cibi che contribuiscono a diminuire le nostre difese, ma anche dall'assunzione, a nostra insaputa, di alimenti che nella produzione sono stati modificati per aumentare la produttività, i quali a lungo andare hanno indebolito il nostro organismo soprattutto la parte intestinale.
Ildegarda fin dall' infanzia fu colpita da malattie che segnarono la sua esistenza ed entrata in convento giovanissima  ebbe delle rivelazioni che, se non ci sentiamo "superiori" in ogni campo, possiamo condividere.
Ildegarda ci conferma che il cosmo e l'uomo creati e sorretti dal Creatore sono interdipendenti e tanti disagi che osserviamo oggi, sono dovuti allo sfruttamento indiscriminato  che l'uomo orgoglioso ha fatto nei confronti della natura che non ha rispettato e che ora si sta ribellando e lo attestano cambiamenti climatici e l ' inquinamentoatmosferico. Mi hanno fatto osservare che la "creatura" più alta e longeva non è l'uomo ma una pianta ! La natura non produce scorie e spazzatura , ma riutilizza tutto!
Per Ildegarda tutto nel creato è collegato da un unico filo che è evidente nel potere terapeutico delle sostanze naturali e nell'animo dell'uomo, principio di vita e movimento.
L'armonia tra il benessere corporeo e mentale favorisce la salute che può essere compromessa da avvenimenti,  preoccupazioni e stress.
Ildegarda scrive, compone musica sacra, si occupa di scienze, meditazione, cucina e fitoterapia in particolare.
Un suo pensiero: "Tutta la creazione è una sinfonia di gioia e giubilo. Cantare è pregare con l'anima, è la più alta forma di giubilo ed è accessibile a tutti".
Riportero' fra qualche giorno i suoi insegnamenti salutari...





lunedì 18 gennaio 2016

Tempo di Crostoli e...altro

Nonna Pina, non aspetta la fine del Carnevale per preparare abbondanti crostoli per i suoi nipoti. Infatti li ha già preparati la settimana scorsa e io, che anni fa ho avuto modo di mangiarli, posso assicurare che sono buoni. Ecco perciò la sua semplice ricetta
                            INGREDIENTI
4 uova
1 hg di burro ammorbidito
5 cucchiai di zucchero
2 bicchieri di vino bianco
2 bustine di vaniglina.
buccia di limone grattugiata
A piacere un po' di aroma che si trova in commercio.
                            PROCEDIMENTO
Unire i vari ingredienti, lavorare un po' la pasta e le più esperte possono con il mattarello tirare la sfoglia.
Altrimenti la macchina della pasta la riduce allo spessore desiderato.
Tagliare i crostoli e friggerli in abbondante olio  spolverizzandoli poi di zucchero a velo.

La figlia Paola mi spiegava che oltre alla dose sopra descritta che ne produce una buona quantità,  nonna Pina alla fine ne prepara altri, suggeriti a lei da un'amica romagnola, molto semplici e croccanti, per cui serve solo: uova e farina.
Qualcuna, come me, è magari incuriosita a provare proprio quelli:
Lavorare insieme i tuorli d'uovo ( provare con 2) con la farina;
a parte montare a neve gli albumi e unirli delicatamente al composto.
Tirare la sfoglia, tagliare i crostoli e friggerli, spolverizzandoli poi di zucchero a velo.
BUON APPETITO!

domenica 17 gennaio 2016

Nozze di Cana


Dall'Omelia del Vescovo Antonio Riboldi:

"Le feste natalizie hanno puntato tutta l'attenzione sull'incredidile grandezza del Cuore di Dio che viene incontro,  sempre, ai bisogni dell'umanità,  mandandoci Suo Figlio, nato da Maria Vergine a Betlemme.  
Non so se tutti siamo riusciti a spalancare le nostre porte a Maria che chiedeva ospitalità nella nostra vita per consegnarci Gesù. 

sabato 16 gennaio 2016

Vita di Paese



Cresciuta in un piccolo paese raccolto  in un'ansa del  fiume Livenza che sembrava volerne limitare l'estensione, mi lascio andare spesso a ricordi di personaggi e situazioni comiche che vi si vivevano .
Alcune le ho raccontate nel libro dedicato alle origini della mia famiglia e forse ne trascrivero' qui qualcuna. Altre mi vengono raccontate dalla mia carissima amica d'infanzia, nelle non frequenti, ma lunghe telefonate nostalgiche e  ho già riportato qualche episodio nei post.
In una telefonata recente mi ha ricordato diversi  momenti di vita nel paese che suscitavano ilarità e vivacizzavano le giornate monotone, prive delle tante offerte che la vita attuale ci propone
L'osteria di Gigin Manfrin, che vendeva anche pochi ma pregiati prodotti alimentari era un punto di riferimento e di appuntamento all'ora di pranzo, in cui gli uomini andavano a bere un "caniol", termine che definiva una  piccola quantità di vino selezionato, servito in un calice molto particolare  che si poteva gustare solo lì.
Anch'io da piccola sono stata testimone dell'afflusso degli amatori del caniol, perché mia madre mi mandava a comprare  il parmigiano, perché solo lì era speciale.
Da noi gli "stranieri" erano molto ben accettati  e resi partecipi delle nostre abitudini.
Un giorno una persona venuta da fuori fu invitata ad unirsi ad altri per sorseggiare da Gigin un caniol.
L'ospite, sorpreso dal termine che non conosceva ne chiese il significato e gli fu risposto così:-el caniol lè mezo got de vin-. E lui di rimando:" so che da queste parti sono passati i visigoti e gli ostrogoti, ma dei mezzigoti non ne sapevo niente.
Gigin era una persona affabile e generosa e senza garanzie, anche per un anno forniva i generi alimentari a credito a chi non poteva pagare. Fra i suoi assistiti c'era una coppia non molto ben assortita. Lei formosa e provocante, lui basso di statura e smilzo. Dopo un anno di spesa un giorno andarono a pagare il conto ed in cambio si sentirono offrire una cena per la sera seguente,
Vi parteciparono molto volentieri e con molto piacere gustarono voracemente lo spezzatino che avrebbe dovuto bastare per il pranzo del giorno appresso. I padroni di casa non mangiarono quasi niente per assicurarsi un po' di cibo per il giorno dopo.
Dulcis in fundo restarono a bocca aperta sentendosi ringraziare così:
- Non abbiamo parole per esprimere la nostra riconoscenza per la vostra generosità e l'aiuto che ci avete dato per un anno. Quando avremo problemi sapremo dove e a chi rivolgerci.....


venerdì 15 gennaio 2016

Diversità di Talenti




Una decina di giorni fa ho parlato dei talenti che ogni persona eredita dalle sue origini ed esercita nella vita. Credo che alcuni talenti nel desiderio, l'apertura e la disponibilità verso il prossimo ne fanno scaturire e sviluppare altri. Conoscendoci e volendo metterci in gioco, ognuno può scoprire in sé e sviluppare capacità che mai avrebbe pensato di possedere. Oggi mi fa piacere parlare della mia amica Mary che attualmente si sta dedicando con molto impegno alla pittura.
Mi ha rivelato che la pittura è un interesse coltivato e manifestato nella sua famiglia fin da piccoli.
Lei avrebbe voluto frequentare a Venezia una scuola di pittura, ma è stata impedita dal padre che si sentiva più sicuro se restava qui e perciò ha frequentato le magistrali e per il futuro si vedeva maestra si, ma di pittura.
Spesso la vita ci porta avanti facendoci realizzare altri obiettivi, come il matrimonio e la maternità in cui ci si deve impegnare a tempo pieno....mettendo intanto i sogni nel cassetto.
Nel 2006, con i figli più grandi, si è trovata più libera e con il desiderio di seguire la " passione"assopita.
Anche l'arte ha le sue regole e volendo sviluppare e perfezionare le sue capacità ha frequentato numerosi corsi. Ricorda la prima lezione in cui le è stato insegnato il metodo di affilare sottilmente la punta della matita con il taglierino.e quindi le numerose esercitazioni nel copiare infiniti disegni. È seguita quindi la fase in cui si esprime con la sua sensibilità e personalità, ed ha partecipato a mostre collettive e personali in cui si è esercitata in vari campi
Ora è lanciata in una...corsa di impegni che la assorbono sempre piu e che, nello stesso tempo la ricolmano di soddisfazioni. Si dice stupita nel constatare come le viene offerto di mettere a frutto il suo talento e......brava Mary.
Per la tua serietà e disponibilità avrai ancora un bel percorso da effettuare..
La seguiremo e avremo modo di apprezzare le sue opere e la strada che percorrerà...
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mercoledì 13 gennaio 2016

Il Grembiule... multiuso


Nell'immagine, il grembiule abitualmente indossato da una zia che ora avrebbe...118 anni
Ho ricevuto stamattina dall'amica Paola un articolo veramente poetico di Maurizio Magistri sull' uso che in altri tempi tante nonne facevano del grembiule, senza il quale credo si sentissero "nude"
Con piacere lo propongo alla vostra attenzione, rivelando che di quello straordinario indumento ne faccio, come penso tante, poco uso...
"Ti ricordi del grembiule di tua nonna.?"

martedì 12 gennaio 2016

Competizioni



Sono molto attuali e significave le osservazioni che ho ricavato da: "L'arte di andare avanti" di Jorge Bucay sull'agonismo che si registra in ogni settore della vita.

"Mi rendo conto che, con una frequenza sorprendente, molte mattine mi alzo e incomincio a solcare dolorosamente i mari dell'odio del mondo.
Senza essermi ancora svegliato completamente, negli ultimi tempi sono sempre più turbato nel verificare che, leggendo le pagine dei giornali,  guardo le didascalie delle fotografie per sapere se si riferiscono alla nostra nazione, a una città vicina o a fratelli di paesi più lontani.

lunedì 11 gennaio 2016

Lo Zucchero



 Ho ricevuto ieri da un'amica un racconto che  a sua volta anche lei aveva ricevuto, inverosimile, perché non ricordo che si dovessero superare esami particolari per accedere alla  prima comunione.
Importante è invece il paragone perché ogni persona possa comprendere chi è  Dio.
In una classe,  chissà dove e chissà quando, la scolaresca era particolarmente agitata per
 l' importanza dell'esame che avrebbe sostenuto ed il cui esito sfavorevole avrebbe portato delle  conseguenze negative...

domenica 10 gennaio 2016

Il Battesimo di Gesù


Dall'Omelia del Vescovo Antonio Riboldi:

"È bello immaginare un istante la scena che precede il Vangelo di oggi, riguardante il "battibecco" tra Giovanni il Battista, che si rifiuta di battezzare nell'acqua Gesù,  il Messia, e questi che invece insiste ed ottiene di essere battezzato (Mt 3,13-15)"
"E si ritrova ritto davanti a sé, in mezzo al fiume Giordano, Gesù,  il Figlio di Dio, che poteva far risplendere della Sua Luce divina tutto ciò che gli stava intorno,  in attesa di essere battezzato! 
 Quanta umiltà in questo gesto di purificazione del nostro Maestro. Solo una libertà piena consente una sottomissione vera! 
Gesù non ebbe paura di farsi giudicare  'peccatore' da quanti assistevano alla scena. 
Lui sapeva di avere sulle spalle tutti i peccati del mondo, anche i miei. 
Lui, Agnello immacolato che toglie i peccati del mondo, in quel momento accetta di farsi togliere i peccati del mondo,  come fossero suoi. 
È e sarà fino alla fine solidale , fino a dare la vita,  per l'umanità".
" Si, siamo figli di Dio,  amati!  Il nostro Battesimo,  è stato il grande evento della nostra nuova vita.
Non siamo più 'uomini senza Cielo, ma 'uomini del Cielo,  figli di Dio',è la vita da cristiani. 
Ma  occorre ridare al nostro Battesimo quella solennità e consapevolezza, che poi si proietta nella vita",
Il santo Battesimo non può quindi essere una formalità, un motivo 'per far festa', ma senza seguito. 
È stato il grande evento della nuova vita,  che ci ha aperto le porte, se vogliamo,  ad una vita da santi , al Paradiso..."



sabato 9 gennaio 2016

Soccorso in Mare



Dal ll°   " Brodo caldo per l'Anima " riporto un episodio realmente accaduto che evidenzia come la generosità a volte è largamente ricompensata:

"Anni fa, in un piccolo villaggio di pescatori in Olanda, un ragazzo diede a tutto il mondo una lezione sulle ricompense del servizio altruistico.
Poiché l'intero villaggio ruotava attorno all'industria della pesca, era necessaria in caso di emergenza una squadra volontaria di salvataggio. 

venerdì 8 gennaio 2016

Le nostre Ferite



Da Hansel Grun

" Noi sentiamo dentro l'impulso a nascondere le nostre piaghe.
Forse anche tu ti opponi a mostrarle agli altri.
Pensi che se lo facessi ne usciresti indebolito. La gente parlerebbe male di te, ti disprezzerebbe e ti escluderebbe dalla sua società.
È vero però il contrario.
Se trovi il coraggio di mostrare le tue piaghe, vedrai come le persone vengono a te e ti parlano delle loro ferite e delle loro piaghe.
Diventi un consigliere per gli altri. La tua piaga si trasforma in una perla preziosa, per te stesso e per gli altri.
Certo, non devi mostrare a chiunque la tua piaga e hai bisogno anche di una veste con la quale coprire la tua ferita e sottrarla agli occhi dei curiosi.
Abbi il fiuto giusto per capire dove è opportuno mostrare le ferite e dove è meglio coprirle"

martedì 5 gennaio 2016

Problemi di Connessione

Da ieri mattina ci sono difficoltà nella rete, dovuti penso alle condizioni atmosferiche. Ieri sera c'è stata connessione, ma oggi mai.
Spero che la linea venga presto ripristinata e potrò riprendere ad inviare le consuete osservazioni.
Mi spiace per l' inconveniente. Nel blog ci sono tanti articoli pubblicati, per cui chi lo desidera può forse trovarne di suo gradimento

lunedì 4 gennaio 2016

Talenti...quali hai?



Nel nostro D.N.A ci sono delle caratteristiche che ci distinguono dagli altri, ossia delle capacità naturali che nel corso della nostra vita possiamo sviluppare, mettendole possibilmente a servizio degli altri. A volte sono capacità artistiche, altre particolarità nell'eseguire con facilità determinate attività o seguire e offrire in modo personale e generoso delle inclinazioni per cui siamo portati. Questo è il bello dell' unicità di ogni persona, che in modo individuale è diversa da ogni altra. Tutti riceviamo delle particolarità che non sempre siamo in grado di riconoscere. In questo preciso istante mi è ritornato alla mente un momento della mia vita da maestra...

domenica 3 gennaio 2016

Auguri dal Vescovo Riboldi



"Vi sono tante domande nel nostro cuore che,  umanamente,  restano senza risposte; tanti 'perché', che paiono non avere un senso.
Spesso restiamo frastornati, delusi, e qualcuno angosciato,  dalle tante notizie,  a volte aghiaccianti, che rendono l'aria irrespirabile.
Qualcuno, anche tra noi, discepoli di Gesù,  può giungere a chiedersi: -'Ma Dio  dov'è? '.

sabato 2 gennaio 2016

Tutte ...fortunate Coincidenze...?




Ho rivisto in questi giorni il mio amico Giancarlo che mi ha fornito nuovi particolari sull'incidente di cui è rimasto vittima un anno e mezzo fa e che espongo volentieri, perché è veramente inverosimile!

venerdì 1 gennaio 2016

Sii pronto a ricominciare



Da "L'arte di andare avanti" di Jorge Bucay

"Dopo tutto, il meccanismo di arrivare al luogo desiderato, materiale, mondano, importante o spirituale che sia, consiste proprio in questo:
Nel cammino della nostra vita,  molte volte ci imbattiamo in vicoli ciechi, in luoghi senza ritorno, in situazioni in cui ci ha condotto un grave errore che non ha possibilità di rimedio...