martedì 30 agosto 2016

La Saggezza nel Mondo



Non gettare la pietra nel pozzo dopo averci bevuto ( proverbio arabo )

 È meglio essere severi con se stessi e benevoli verso gli altri ( Cina )

L'uomo fa dei progetti, la morte ne fa altri (Tanzania)

Un libro contiene una casa d'oro (Cina)

Siamo viandanti e andiamo per la stessa strada: saremmo stupidi se non ci aiutassimo(Cile)

Una piccola nuvola non può nascondere molte stelle (Australia)

I difetti sonnecchiano, ma non muoiono (Burundi)

Non è mai troppo tardi per imparare (Giappone)

È più facile deviare il corso di un fiume che cambiare il corso di un cattivo soggetto (Cina)

Dove c'è volontà c'è soluzione (Vietnam)

Confidare un segreto ad una persona indegna è come avere tra le mani un sacco bucato di grano (Sudan)

Chi non conosce il sentiero è meglio che chieda (Sudan)

Sì incomincia ad invecchiare quando si smette di imparare (Mali)

Ogni fidanzato è bello, ogni morto è buono (Colombia)

Meglio avere meno tuoni nella bocca e più luce nelle mani ( proverbio navajo)

L'uomo non può prendere due sentieri alla volta (Mali)



sabato 20 agosto 2016

La Pietra della Donna saggia



Da "Brodo Caldo per l'Anima per le donne"

"Una donna saggia che attraversava le montagne trovò in un corso d'acqua una pietra preziosa.
Il giorno dopo la donna s'imbattè in un viandante che aveva fame,  lei aprì  la sua sacca per estrarne del cibo.
Il viandante affamato vide la pietra preziosa nella sacca, la ammirò e chiese di poterla tenere.
La donna gliela offrì senza la minima esitazione. Il viandante se ne andò, rallegrandosi della fortuna che gli era capitata.
Sapeva che la pietra valeva tanto da garantirgli un futuro sgombro da problemi. Ma alcuni giorni più tardi, tornò sui propri passi in cerca della donna.
Quando  la trovò le restituì la pietra dicendole  :
"Ho riflettuto molto . So quanto è preziosa questa pietra, ma gliela restituisco nella speranza che lei possa offrirmi qualcosa di maggior valore. Se può, mi faccia dono di ciò che custodisce dentro di sé e che l'ha spinta ad essere tanto generosa da regalarmi la pietra.

lunedì 15 agosto 2016

Bellezze paesaggistiche: Eredità del passato



Siamo al culmine del periodo delle vacanze e passeggiando sola intorno al lago di Auronzo mi si affollano pensieri in libertà che vanno anche ai tempi più remoti.
Frequento questa località da quasi quarant'anni e soprattutto ora che qui sono sola, nei giorni più caldi dell'estate definiti insopportabili da chi è a casa mi rendo conto della "fortuna" di poter godere  di un clima piacevole e di un paesaggio molto bello.
Negli ultimi anni vi soggiorno più a lungo e mi sono sempre più affezionata anche grazie alle appassionate e documentate descrizioni  che mi riferisce una signora del posto che conosco da molti anni. In altri post, dopo che avrò consultato un libro che ne descrive origini, caratteristiche, usi e costumi, riferirò quello che  mi sembrerà interessante per chi, anche casualmente, incontra il mio blog.
Oggi è domenica ed in me emerge la parte spirituale che affonda le radici negli abissi del tempo. Nei primi anni di solitudine quando mi trovavo a passeggiare malinconica, soprattutto quando incontravo le persone che camminavano in compagnia conversando  fra loro, pensavo con chi avevo scambiato qualche parola in quel giorno e ricordavo una telefonata o qualche frase che avevo pronunciato mentre facevo qualche acquisto.
Non è durato a lungo quel periodo perché, come ho invitato tante volte a fare, ho guardato al bicchiere mezzo pieno che era in mio possesso. Mi sono resa conto dell'enorme privilegio di aver la possibilità di usufruire a lungo di un periodo di vacanza e in un luogo incantevole. Ho cominciato allora ad aprire, anzi a spalancare gli occhi, il cuore e la mente e ad osservare ciò che mi attorniava. Nell'ultimo cinquantennio il turismo, è diventato di massa, a portata di gran parte della popolazione.
Tanti paesi, vissuti per secoli in un grande isolamento, grazie anche al progresso, si sono ritrovati invasi da una moltitudine che in bene e in  male ne ha modificato le caratteristiche e le abitudini.
La mia parte spirituale mi fa pensare a Chi nella notte dei tempi ha preparato le bellezze che possiamo ancora ammirare, anche se le montagne, non rispettate e violentate  da eccessivi interventi dell'uomo, dal traffico, dall'inquinamento e da precipitazioni atmosferiche anomale, ci lanciano segnali di allarme. In questi ultimi anni smotamenti, e frane si susseguono  nell'arco alpino,  coinvolgendo anche le vette piu conosciute ed ammirate.
A tutto ciò ho pensato in un recente spostamento in cui al notevole traffico automobilistico si aggiungeva anche quello motociclistico e di tanti turisti che si inerpicavano verso i passi più alti a bordo di sofisticate bici.
La temperatura piacevole, a volte anche fresca  sottrae  alla morsa del caldo ed attira molti turisti anche solo per una gita giornaliera.
Mi ritrovo spesso ad ammirare, ringraziare e benedire per quanto mi è quotidianamente offerto e le mie solitarie passeggiate nella pace e serenità mi rendono più attenta e sensibile al bello e mi fanno elevare  lodi e ringraziamenti all'Autore di tante stupefacenti meraviglie...

mercoledì 10 agosto 2016

I due Uomini che videro Dio



"In un villaggio Polinesiano vivevano due uomini continuamente in guerra l'uno contro l'altro. Ad ogni più piccolo pretesto scoppiava una lite. La vita era diventata insopportabile per l'uno come per l'altro, ma anche per tutto il villaggio. 
Un giorno alcuni anziani dissero ad uno dei due: "L'unica soluzione, dopo averle provate tutte, è che tu vada a vedere Dio*.
"D'accordo, ma dove?".
"Niente di più semplice. Basta che tu salga lassù sulla montagna e là vedrai Dio".
L'uomo partì senza esitazione per andare incontro a Dio.
Dopo parecchi giorni di marcia faticosa giunse in cima alla montagna . Dio era là che lo aspettava. L'uomo si stropicciò invano gli occhi; non c'era alcun dubbio: Dio aveva la faccia del suo vicino rissoso e antipatico.
Ciò che Dio gli disse, nessuno lo sa. In ogni caso, al ritorno nel villaggio non era più lo stesso uomo. Ma, nonostante la sua gentilezza e la sua volontà di riconciliazione con il vicino, tutto continuava ad andare male, perché l'altro inventava nuovi pretesti di litigio. Gli anziani gli dissero: 
"È meglio che anche tu vada a vedere Dio".
Nonostante la sua ritrosia, riuscirono a persuaderlo. E anche lui partì per l'alta montagna.
E lassù anche lui scoprì che Dio aveva il volto del suo vicino.
Da quel giorno tutto è cambiato e la pace regna nel villaggio.
"Tu non ti farai nessun idolo scolpito", ripete continuamente la Bibbia, in seguito al Decalogo donato da Dio sul Sinai. Così nessuna rappresentazione di Dio è tollerata.
Eccetto una sola: l'uomo stesso, perché l'uomo è stato creato a immagine di Dio.
Allora: "Se vuoi vedere Dio, guarda il tuo fratello".

sabato 6 agosto 2016

Le Vacanze intelligenti




La mia amica Rossana mi ha offerto un contributo per il blog con un brano molto ironico
di U, Eco, che piace molto anche a me. Eccolo:

"LE VACANZE INTELLIGENTI 
a) Per chi avrà lunghe ore in spiaggia consiglierei la "Ars magna lucis et umbrae" di padre Athanasius Kirchner, affascinante per chi sotto i raggi infrarossi voglia riflettere sui prodigi della luce e degli specchi. L'edizione romana del 1645 è ancora reperibile in antiquariato per cifre indubbiamente inferiori a quelle che Calvi ha esportato in Svizzera, Non consiglio di prenderla a prestito in biblioteca, perché si trova solo in vetusti palazzi dove gli inservienti sono di solito mutilati del braccio destro e dell'occhio sinistro, e cadono quando si inerpicano sulle scalette che portano alla sezione dei libri rari. Altro inconveniente è la mole del libro e la friabilita' della carta: da non leggere quando il vento trascina gli ombrelloni. 

b) Un giovane che invece tenti viaggi a biglietto forfettario per l'Europa  in seconda classe, e che debba quindi leggere in quei treni dai corridoi completamente affollati, dove si sta in piedi con un braccio fuori dal finestrino, potrebbe condurre seco almeno tre dei sei volumi einaudiani del Ravasio, leggibili tenendone uno tra le mani, l'altro sotto il braccio, il terzo tra l'inguine e la coscia. Leggere durante un viaggio è un'esperienza molto densa e stimolante".

mercoledì 3 agosto 2016

I Doni del Padreterno



Da: "Leggende e racconti popolari del Veneto" di Dino Coltro

"Un giorno in Paradiso, il Padreterno pensò di dividere i suoi doni. 
"Qua, sto diventando vecchio e prima di arrivare al punto di non sapere più cosa mi faccio, voglio dividere i miei beni, così vedo chi li riceve".
 Avverte S, Pietro del suo proposito, ne dà notizia ai santi; i santi ne parlano con gli angeli. Così la notizia che il Padreterno aveva deciso di dividere i suoi beni era arrivata anche sulla Terra. 
E arriva il giorno fissato della spartizione. Davanti alla porta del Paradiso una ressa di gente si spingeva e si urtava. Tutti pensavano: "Prima entro e più roba mi prendo".
 Finalmente, S. Pietro apre la porta e riescono a entrare per primi i ricchi. Il Padreterno, seduto sul trono, si rivolge a loro: "Come avete sentito, ho pensato di spartire i miei doni; io mi accontento di restare usofruttuario. Ditemi, allora, che cosa volete".
 I signori,sempre sospettosi e difficili, gli parlano senza peli sulla lingua, come sono abituati. "Ecco vede Padreterno, le diciamo subito che non vorremmo che da questa spartizione di beni che vuole fare, si rompesse la nostra vecchia amicizia".
 "Se non la rompete voi, benedetti, per quale motivo dovrei romperla io! Non vedete che vi ho ricevuti per primi?" 
"Ah, per questo siamo qui per ringraziarlo", gli dice la signora,"già tanto siamo tra signori...". "Piano, piano", la interrompe il Padreterno, "Non esageriamo! Signore ce n'è uno solo...e sono io! Voi siete "signori", e c'è una bella differenza. Ma lasciamo perdere, e veniamo al dunque. Che cosa volete?"
 I signori si scambiano un'occhiata:
 "Noi, signori, vogliamo... di tutto". 
"Va bene, conferma il Padreterno a S. Pietro, "Scrivi: ai signori di tutto".
 "Grazie", gli dicono i ricchi. 
"Andate, andate", fa cenno il Padreterno, "andate prima che me ne penta. Avanti un altro". Allora S. Pietro apre uno spiraglio della porta e i preti vi si infilano dentro, piuttosto immusoniti per essere ricevuti per secondi , dopo i signori. Si precipitano a baciare la mano del Padreterno, come sono soliti fare con il vescovo e il Papa, con tutte le loro cerimonie. "Su,su", li esorta il Padreterno, "niente complimenti, ditemi piuttosto cosa volete voi preti. Già, con voi, sono sempre in debito".
 Incoraggiati i preti azzardano:
"Noi preti vorremmo di tutto!". 
"Di tutto è dei signori...".
 "Allora vorremmo buoni bocconi". 
"Va bene", conclude il Signore, "S. Pietro scrivi: ai preti buoni bocconi.. Chi viene adesso?".
 S. Pietro riapre la porta del Paradiso, appena un pò, riescono ad entrare i frati. Questi si fermano sulla soglia, si inginocchiano per terra. 
"Avanti, avanti", li invita il Padreterno, "cosa fate là in fondo? Voi frati, cosa Volete?". "Vorremmo di tutto", rispondono sommessamente. 
"Di tutto è dei signori".
 "Allora vorremmo buoni bocconi". "I buoni bocconi sono dei preti"."Fa lo stesso, pazienza", concludono i frati.
 "Va bene, S. Pietro scrivi: ai frati la pazienza. A chi tocca adesso?".
 S. Pietro apre la porta, entra un gruppo di suore, chiacchierando, cecece..,
"Silenzio, almeno in Paradiso", le ammonisce S. Pietro. Allora si fanno silenziose e si presentano al Padreterno.
 "Cosa volete, voi suore?".
 "Di tutto!". 
"Di tutto è dei signori". 
"Allora vorremmo buoni bocconi!".
"I buoni bocconi sono dei preti!". 
"Ben, pazienza!".
 "La pazienza è dei frati!".
 "Ih, che rabbia!". 
"S. Pietro scrivi: alle suore la rabbia". 
Uscite le suore, il Signore domandò a S. Pietro.
 "C'è ancora gente fuori?".
 "Una coda fino in Terra e non abbiamo più niente da distribuire".
 Il Padreterno si fa pensieroso. Dopo un attimo di riflessione, comanda a S, Pietro di aprire le porte.
 "Fa entrare tutta questa gente!".
 S. Pietro spalanca  le porte. Tutti entrano in folla. Egli cerca di mettere ordine, di proteggere il Signore da quella invasione. 
"E voi, cosa volete?", domanda il Padreterno appena S. Pietro è in grado di ottenere il silenzio.
 "Di tutto", rispondono insieme; un coro era!
 "Di tutto è dei signori!".
 "Allora buoni bocconi".
 "I buoni bocconi sono dei preti". 
"Allora pazienza".
 "La pazienza è dei frati". 
"Ih che rabbia!". "La rabbia è delle suore". 
"Bella fatica".
 Il Signore si alza dal trono e imponendo le mani sulla folla, esclama: "Scrivi, S. Pietro! Ai pidocchi le fatiche".
 Così avvenne che ai pitocchi toccarono soltanto fatiche e lavoro, perché il Padreterno non aveva altro, era rimasto a mani vuote.