venerdì 29 aprile 2016

Il Dono della Chiacchiera


Da "Brodo caldo per l'anima per le DONNE:

"L'abitudine di mia madre di attaccare bottone con chiunque si trovasse accanto a lei ora mi fa sorridere, ma mi provocava un certo imbarazzo durante i primi anni della mia adolescenza. "È il primo che Lynn deve comprare", disse una volta a una donna che come noi stava facendo compere con la propria figlia, più o meno della mia età, al reparto reggiseni del grande magazzino della cittadina dove abitavamo. Io pensai di fuggire a nascondermi sotto a un mucchio di asciugamani da bagno che stava proprio lì accanto e invece diventai tutta rossa e dissi digrignando i denti: "Maaammaaa".
Mi sentii leggermente meglio solo quando la madre dell'altra ragazza disse: "Stiamo cercando di trovarne  uno per Sarah, ma sono tutti troppo grandi".
Non tutti rispondevano quando mia madre faceva un'osservazione  e cercava di intavolare una breve discussione.
Alcuni facevano una smorfia a bocca chiusa e se ne andavano. Una minoranza la ignorava completamente. Ogni volta che mi capitò di essere con lei in quelle occasioni, potei accorgermi che la cosa la feriva un po', ma la superava in fretta e continuavamo per la nostra strada. Molto spesso, comunque, io preferivo allontanarmi e quando tornavo accanto a lei la trovavo sempre intenta in una conversazione. Alcune volte temetti di averla persa tra la folla ma poi sentivo la sua risata sonora e commenti del tipo: "Sì, sì, succede anche a me".
Attraverso queste conversazioni spontanee mia madre mi ha insegnato  che il mondo può essere grande, o troppo piccolo, decidete voi, per non trovare il tempo di avvicinarci gli uni agli altri. 
Mi ricordò che in quanto donne, godiamo di un particolare tipo di legame, anche se non siamo tutte uguali".
"Lei mi ha insegnato a vedere il lato positivo delle persone. Non lo dimenticherò mai, in particolare tutte quelle volte che mi rivolgo a qualcuno e dico: "Non trova che sia bellissimo quando...".




mercoledì 27 aprile 2016

Saggezza popolare


La donna che Dio ti ha destinata è migliore di quella scelta dall'occhio (Burundi)

Una goccia di catrame rovina una botte di miele (Russia)

Fardello appena preso pesa poco (Samoa)

Quando c'è una meta anche il deserto diventa strada (Tibet)

Noi non ereditiamo la terra dai nostri genitori, ma la prestiamo in prestito dai nostri figli (Kenya)

Un posto non è di chi non vi rimane (Russia)

Se sei preparato bene non c'è niente da temere (Giappone)

La ferita provocata dalla parola non guarisce (Congo)

Le grandi anime hanno volontà, i deboli solo desideri (Cina)

La pazienza è un albero! Le radici sono molto amare, ma i frutti dolcissimi (Tuareg)

L'uomo è come una palma sulla spiaggia del mare, si agita con il vento della vita (Arabia)

lunedì 25 aprile 2016

Il "Bocolo" a san Marco

La festa di San Marco, protettore di Venezia, è molto sentita in città e da molto tempo viene celebrata  anche con una gentile e simpatica tradizione che omaggia la donna. Fin dalla giovane età le ragazze, figlie, parenti o compagne, nella ricorrenza ricevono in omaggio una rosa rossa, il "bocolo" che ricorda la leggenda di un grande amore di una giovane coppia.
La donna di famiglia benestante, soprannominata "Vulcana", per il carattere passionale, si innamorò di un trovatore ,Tancredi, che ricambiava il suo amore.
La famiglia non giudicava il ragazzo degno di Maria, così si chiamava la ragazza,  e perciò lei lo convinse ad arruolarsi fra le truppe di Carlo Magno perché acquistasse almeno formalmente un certo prestigio.
Tancredi si distinse per il valore nella guerra contro i morì di Spagna e la fama delle sue imprese fu conosciuta anche a Venezia. La storia d'amore non ebbe però un esito felice perché il ragazzo morì in battaglia cadendo su un roseto che diventò rosso con il suo sangue. Si racconta che prima di morire raccolse un bocciolo che consegnò al suo amico Orlando raccomandandogli di portarlo a Maria come pegno d'amore. La ragazza lo ricevette il giorno di San Marco e nella notte sarebbe morta stringendo al petto la rosa del suo amato. Si dice anche che ogni anno nella ricorrenza il fantasma di Maria si aggiri fra le piazze e le calli della città...

sabato 23 aprile 2016

Amara Sorpresa...

Una cara amica mi ha inviato il simpatico racconto che trascrivo e che ci fa capire come è facile giudicare erroneamente il comportamento delle persone:
"Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d'attesa di un grande aeroporto. Siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo, decise di comprare un libro per ammazzare il tempo. Comprò anche un pacchetto di biscotti. Si sedette nella sala VIP per stare più tranquilla.
Accanto a lei c'era la sedia con i biscotti e dall'altro lato un signore che stava leggendo il giornale.
Quando lei cominciò a prendere il primo biscotto, anche l'uomo ne prese uno. Lei si sentì indignata ma non disse nulla e continuò a leggere il suo libro.
Tra sé pensò: "Ma tu guarda, se solo avessi un po' più di coraggio gli avrei già dato un pugno..."
Così, ogni volta che lei prendeva un biscotto, l'uomo accanto a lei, senza fare un minimo cenno, ne prendeva uno anche lui.
Continuarono finché non rimase che un solo biscotto e la donna pensò: "Ah, adesso voglio proprio vedere cosa mi dice quando saranno finiti tutti!"
L'uomo prese l'ultimo biscotto e lo divise a metà!
"Ah, questo è troppo" pensò e cominciò a sbuffare iindignata; si prese le sue cose, il libro e la sua borsa e si incamminò verso l'uscita della sala d'attesa.
Quando si sentì un po' meglio e la rabbia era passata, si sedette su una sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l'attenzione ed evitare altri dispiaceri. Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro, quando, nell'aprile la borsa, vide che il pacchetto  di biscotti era ancora tutto intero nel suo interno. Sentì tanta vergogna e capì solo allora che il pacchetto di biscotti uguale al suo era di quell'uomo seduto accanto a lei...che però aveva diviso i suoi biscotti con lei senza sentirsi indignato, nervoso o superiore, al contrario di lei che aveva sbuffato e addirittura si sentiva ferita nell'orgoglio...




giovedì 21 aprile 2016

Basta un po' di...


Se facciamo la spesa tranquillamente senza orari urgenti da rispettare siamo tentati da varie offerte e prodotti che riempiono il carrello e il frigorifero a casa, per cui può capitare di ritrovarne qualcuno dimenticato in fondo, quando è ormai inutilizzabile e con un senso di colpa lo depositiamo nel raccoglitore dell' umido. Altre volte  il  frigo si presenta quasi vuoto e preparare una pietanza decente non è una impresa facile. A questo proposito ricordo un'espressione sentita  in famiglia. Mio fratello, alludendo alla oculatezza e al risparmio della moglie, a volte diceva che aprendo il frigorifero di casa sua si potevano trovare i topi con le lacrime agli occhi perché era semi vuoto,
Una mattina presto, pensando al pranzo, sono dovuta ricorrere alla fantasia per "imbastire" un secondo accettabile. Nel freezer ho trovato un contenitore con della carne macinata, che ho lasciato scongelare. L'ho unita a mezza confezione di olive denocciolate e a dei capperi pari ad una noce e tritato il tutto. Aggiustando il composto con sale e pepe ho quindi formato degli amburger che cotti alla piastra sono risultati saporiti e con l'aggiunta di insalata e finocchi precedentemente cotti hanno risolto soddisfacentemente per quel giorno il problema del pranzo.

martedì 19 aprile 2016

Mirtillo: amico della Salute


Con il tempo ci stiamo accorgendo sempre di più di avere nella natura dei preziosi alleati per la nostra salute. Ci siamo affidati a lungo alla medicina tradizionale che curava rapidamente tanti disturbi e malattie e non abbiamo pensato troppo agli effetti collaterali che potevano indebolire il nostro organismo. Fortunatamente stiamo ritornando ad apprezzare e ad assumere degli alimenti naturali, più rispettosi e lenti ad agire che contribuiscono a risolvere positivamente certi inconvenienti.
Da qualche anno trovo spesso nelle braccia delle macchie rosse che  denotano una fragilità dei capillari e l' assunzione di una pastiglia al giorno di mirtillo  le riduce notevolmente. Oltre ad essere un piccolo, piacevole frutto ha notevoli proprietà e assunto regolarmente, anche come succo, può essere un prezioso alleato per l' estetica e la salute. Descrivo ora alcune proprietà nutrizionali ed estetiche. Si può usare nelle insalate, e come dessert,  arricchito magari dalla calorica panna montata.
Più diffuso e coltivato da noi è il mirtillo nero, ma esiste anche quello rosso particolarmente utile per curare le cistiti.
Contiene una  quantità tale di antiossidanti da rallentare l'invecchiamento della pelle, per le vitamine A e C che rigenerato le cellule della cute, mantenendo la pelle idratata.
Oltre a ciò è ritenuto anche un elisir di lunga vita perché nel frutto si trovano anche le vitamine C, B, A, zinco, ferro, selenio e rame.
Anche l'estetica può trovarne giovamento  perché è un eccellente brucia grassi e perciò è un alleato nella lotta contro il peso.
Il mirtillo ha anche altre proprietà che descriverò  più avanti; proponiamo ci per ora di assumerne in gran quantità e il nostro organismo ne troverà beneficio...


domenica 17 aprile 2016

Ascoltiamo e Seguiamo Gesù



Dall'Omelia del vescovo Antonio Riboldi:

"Il Vangelo di oggi ci presenta un brano che con due pennellate dipinge ed esprime tutta la tenerezza e l'amore del Padre e di Gesù per ciascuno di noi. "In quel tempo Gesù disse: "Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapparà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strappare dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola".
In questo piccolo racconto c'è soprattutto Lui, Gesù, mandato dal Padre a dare la vita, perché noi l'avessimo e in abbondanza, ciascuno di noi, conosciuto per nome, con tutti i propri travagli e difficoltà, a cui dice: sei 'mio', non nel senso del possesso, ma dell'attenzione e cura che vuole dedicarci.

venerdì 15 aprile 2016

La Strada giusta



Da: Brodo Caldo per l'Anima:

Dopo una nottata agitata e insonne Debra si alzò molto preoccupata per le decisioni e le scelte che riguardavano il suo futuro. Aveva lavorato per otto anni in un'azienda occupando un posto di rilievo, ma ora si trovava senza occupazione perché la ditta aveva chiuso l'attività.
Per l'esperienza acquisita non le sarebbe stato difficile trovare occupazione presso un' altra ditta nello stesso ambito, ma era sempre un'incognita e soprattutto era attratta dalla possibilità di aprire un'attività sua mettendo a frutto le capacità acquisite.
Era una calda giornata d'estate e con tanti dubbi in testa, immersa nei suoi pensieri, raggiunse in macchina un percorso di jogging in un parco della città. Si inoltrò in un sentiero che quando lo percorreva  di solito la rilassava e ammirava la bellezza del paesaggio che le infondeva serenità e conforto. Quella mattina non era così: era infastidita anche dallo stridere e dallo svolazzare dei volatili, tanto da urlare "Basta, smettetela".
Mi voltai, tornando verso la macchina. Sussultai udendo un rumore di passi.
"Conosce la prima lettera di Pietro 5:7?" chiese la voce di uno sconosciuto.
"Non mi pare", risposi. Lanciandomi un'occhiata da sopra la spalla, vidi un uomo alto e snello.
Sorrise.
"Gettate in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi", recitò.
Ricambiai il sorriso, ma sentii un brivido lungo la spina dorsale. Da dove era saltato fuori?
Mentre proseguivamo, parlò dell'amore di Dio.
"Lui ha un piano per noi, ma a volte siamo spaventatie e non Lo ascoltiamo".
Ripensai a come l'istinto mi avesse suggerito di fondare un'azienda tutta mia e a come avessi esitato per la paura.
"Lui è con te a ogni passo",mi assicurò."Continua a muoverti, e ti guiderà nella direzione giusta. Ti sente quando chiedi aiuto".
Avevo pregato prima di alzarmi. Quell'uomo era forse il segno che Dio aveva udito la mia supplica?.
Mentre camminavamo citò le Scritture e mi spiegò quanto fosse importante usare le proprie capacità per gli scopi divini.
"Tutti abbiamo dei talenti. Alcuni grandi, alcuni piccoli. In ogni caso rendiamo gloria a Dio quando li utilizziamo per rafforzare il Suo regno".
Si spostò sulla destra per far spazio alle persone che facevano jogging.
"Dio è interessato alla passione che nutriamo per i doni che ci ha dato", dichiarò con convinzione.
"Fa il predicatore?"domandai.
"No, mi limito ad andare dove mi conduce Dio".
Pregò per me, quindi scomparve in uno spiraglio tra gli alberi.
Per la prima volta dopo molto tempo mi accorsi di avere un passo elastico. Fondare un'azienda tutta mia mi avrebbe permesso di sfruttare i miei talenti e di seguire il consiglio di Dio. Ero euforica. Misi un piede davanti all'altro e trassi un profondo respiro di sollievo, sicura di essere sulla strada giusta".







mercoledì 13 aprile 2016

Strane...Presenze (continua )

Seconda parte:

Difronte alla casa c' era un ristorante per cui le ragazze pensarono che l'uomo si dirigesse  lì, ma sparì alla loro vista.
Quando la madre fu  informata della presenza di un altro inquilino nella stessa casa, si rivolse alla proprietaria lamentandosi per non essere stata messa al corrente della compresenza.
La donna ne fu meravigliata e volle avere un colloquio chiarificatore con la sorella maggiore.
Negò di aver affittato l'appartamento e volle essere informata sull' aspetto dell' uomo e del suo abbigliamento.
Ricordò che qualche anno prima della guerra vi aveva abitato un professore che corrispondeva alle descrizioni e riferì che alla fine della guerra la moglie e la figlia dell' uomo l' avevano cercata chiedendole di poter vivere nello stesso alloggio per un pò di tempo. Non comprendendo il motivo della richiesta la donna raccontò allora che il marito era morto in guerra e vivendo per un pò in quel luogo desideravano percepire l' atmosfera in cui l'uomo era vissuto.
La presenza che le ragazze avevano sentito e l'uomo che avevano visto non era reale e chissà per quale motivo il professore era ritornato nel luogo in cui aveva trascorso un po' del suo tempo?

domenica 10 aprile 2016

Simone di Giovanni, mi ami?


Dall'Omelia del Vescovo Antonio Riboldi:

"Quante volte ci sentiamo pronti ad affrontare chissà cosa, parlo nel campo della fede, dell'amicizia, della virtù, della dignità - e poi al momento del confronto con la mentalità del mondo, che chiede  a volte 'martirio'  nel confessare ciò che siamo e crediamo, si manifesta tutta la nostra debolezza.
Quanta gente generosa, che avrebbe, a parole, data la vita per il Regno di Dio, di fronte alla virulenza che vuole dominare le persone, annullando i grandi valori, si china per paura.
Non c'è da spaventarsi: è ciò che siamo senza la Grazia di Dio che ci sostiene.
Essere davvero cristiani, fino in fondo, con naturalezza, senza venir meno a ciò che veramente siamo 'dentro ', non è facile.
Più facile piegare la testa al mondo, per evitare, come Pietro, di fare, seguendoLo, la fine di Gesù nella passione. Ma ora Gesù è nuovamente con loro, è Risorto! È ciò che ci testimoniano, oggi, nel nostro mondo, tanti fratelli nella fede, perseguitati, ma che restano fedeli, perdendo tutto, a volte, anche la vita! È giunta, dopo la dolorosa e totale morte dell'uomo, l'ora del ' totalmente diverso ', che Gesù vuole partecipare a noi, se solo lo accogliamo".

sabato 9 aprile 2016

Strane...Presenze


Un 'amica mi ha raccontato un'esperienza particolare vissuta in giovane età. Apparteneva ad una famiglia numerosa e per seguire gli studi dei figli la madre si spostava con loro in un paese lontano da casa dove, affittavano un appartamento e la famiglia restava unità. Il padre continuava il suo lavoro nel paese d'origine e li raggiungeva al fine settimana. Un anno la figlia maggiore era stata rimandata a settembre e la madre, per un periodo lasciò la figlia con un'amica nell'appartamento affittato perché si impegnasse di più per l'esame di riparazione che avrebbe dovuto sostenere. Per tutte le evenienze, le
assegnò anche la presenza della sorella minore, la mia amica, che avrebbe dovuto controllare che tutto funzionasse secondo i diktat della madre ed eventualmente sostenerla se succedeva qualcosa al di fuori della norma. La casa era composta da un appartamento a pianterreno affittato dalla madre e da uno al primo piano, sfitto, a cui si accedeva da una scala esterna ed una interna. Una notte le ragazze si svegliarono impaurite per dei rumori strani che provenivano dal piano superiore che sapevano vuoto. Sentivano passi, spostamento di sedie, oggetti ed altro che fecero presupporre la indesiderata visita di un ladro e pensarono a come difendersi nell'eventualità che si fosse introdotto anche da loro. Non accadde altro di particolare e si tranquillizzarono, incuriosite però all'idea che sopra ci fosse qualche inquilino. Nei giorni successivi intravvidero scendere la scala esterna un uomo che indossava un impermeabile chiaro ed un'altra volta lo notarono uscire dalla porta interna e lo seguirono attentamente con lo sguardo per
vedere dove si dirigeva...(continua)

giovedì 7 aprile 2016

Saggi Consigli


Nessuno ha più bisogno di un sorriso di chi non ha più niente da offrire

Quando il leone invecchia persino le mosche lo attaccano  (Tanzania)

C' è un tempo per pescare e un tempo per asciugare le reti  (Cina)

Sì possono veder passare le nuvole ma non i pensieri
                 (Nuova Zelanda)

Le due migliori cure che ci siano sono una bella risata e una lunga dormita  (Irlanda)

Prima di giudicare una persona cammina nei suoi mocassini per tre lune  (Indiani d'America)

La mosca che gioca troppo a lungo nella candela, alla fine bruciacchiato le sue ali  (Cina)

Dove c' è un desiderio c'è una via  (kenya)




martedì 5 aprile 2016

Vai a Casa

Da "Angeli tra di noi" della serie
Brodo caldo per l'anima

Una giovane mamma, Carol, era sempre in apprensione per gli incidenti che il figlio Jim sembrava andasse alla ricerca. Aveva perso il marito da poco, investito da un automobilista alcolizzato e recidivo. Aveva due figli da allevare e Il più piccolo, Jim, le dava molte preoccupazioni. Era molto vivace e spericolato, per cui i rischi cui andava incontro si susseguivano con celerità. Aveva sprigionano fiamme in cucina per tostare dei cracker. Scrollando la trapunta erano schizzate delle uova crude ed un barattolo aperto di sciroppo di cioccolato che avevano costretto Carol a ripulire pareti, battiscopa e moquette. Jim era quasi soffocato dopo aver ingerito del detersivo e si era quasi infilzato negli occhi un grosso paio di forbici cercando di tagliarsi la frangetta. La madre non ce la faceva più nel continuo tentativo di evitare le conseguenze pericolose del comportamento di Jim e sentiva il bisogno di evasione, incontrare altre persone e dedicarsi ad altro oltre al lavoro, alla casa e al figlio pericoloso. Colse perciò l' occasione di uscire con un amico che non vedeva da tanto, affidò il piccolo alla baby-sitter e una sera uscì.
Mentre si rilassava cenando in un bel ristorante sentì dentro di sé una voce che le intimava di ritornare a casa. In un primo momento la ignorò, ma poco dopo sentì ancora la voce che le diceva che Jim aveva bisogno di lei. Riferi il timore al suo accompagnatore che si offrì di riaccompagnarla a casa.
All'arrivo trovarono la baby addormentata e il bambino con la febbre alta, bluastro e respirava a fatica. Portato di corsa in ospedale gli diagnosticarono la polmonite e per una settimana restò sotto la tenda ad ossigeno. La madre conclude così:
"Poi, un pomeriggio in cui gli feci visita, lo trovai a correre qua e là per il reparto pediatria, fingendo nuovamente di essere l'Uomo Ragno. Conclusi che fare la madre è il lavoro più appagante che una donna possa avere..
Non scoprirò mai come Jim si sia ridotto in fin di vita nel giro di poche ore, ma ho capito che non stavo allevando i miei figli da sola, senza aiuto. Contrariamente alle mie convinzioni quel fardello non gravava solo sulle mie spalle. Potevo contare su un sostegno invisibile. Ne avevo avuta la dimostrazione quando il mio angelo mi aveva sussurrato: "Vai a casa, Jim ha bisogno di te".







domenica 3 aprile 2016

Il Suo Amore è per sempre

Dall'Omelia di don Giacomo Falco Brini


"Questa 2a domenica di Pasqua è anche detta della 
"Divina Misericordia"  da quando s.Giovanni Paolo II ha decretato di intitolarla cosi  per rispondere al desiderio che il Signore in persona espresse a S. Faustina Kowalska. 
Come Tommaso, anche noi siamo chiamati ad adorare il Signore Gesù perché il suo amore è per sempre. Non c'è un altro modo per onorarioringraziarlo. Alla santa mistica polacca il 
Signore rivela che alla sua misericordia non si possono mettere limiti e che l' unico modo per onorarLo e ringraziarLo è appunto  riconoscerlo e adorarlo nel suo amore misericordioso e incondizionato verso l'uomo.
Nei giorni scorsi, molto impegnato ad ascoltare le confessioni nel sacramento della riconciliazione, ho riflettuto a lungo su alcune espressioni dei fedeli.
Uno di loro ha espresso il suo disagio perché "recidivo" nel peccato. Ho pensato in quel momento che in realtà tutti lo siamo . Ho detto a quell'uomo che fortunatamente per noi anche Dio è"recidivo", ma nell'amore ostinato verso gli uomini.
Quell'uomo è tornato sorridente e visibilmente sollevato dal confessionale ma, quando, qualche giorno dopo, durante un incontro, ho raccontato di questo scambio di parole tra confessore e penitente, sono rimasto colpito dalla incredulità espressiva di tanti fratelli: davvero il Signore è così con noi?
Davvero mi perdona anche se sono recidivo nel Peccato? Possibile che a un certo punto non ne possa più di me? Mi sembra impossibile che non si stanchi di perdonarmi!... 
A costoro e a tutti quei fratelli che leggendo questo commento si riconoscono in questi ricorrenti dubbiosi pensieri, invito a recarsi nel luogo che più gli aggrada dove ci sia un crocifisso. Anche se non apparisse loro risorto come quel giorno a Tommaso, consideriamo la beatitudine di cui il Signore ci parla (Gv 20,29) e guardiamo lo stesso alle sue piaghe in Lui ancora crocifisso: da li Gesù non si muove per rassicurarci che il suo amore è per sempre, anche se noi ricadiamo nel peccato. Tocca a noi credergli oppure chiamarlo, come Tommaso, ad aiutarci nella nostra fragile fede affinché crediamo che il suo amore è più grande del mio peccato?"





sabato 2 aprile 2016

Primavera in cucina



Eccoci nella più bella stagione dell' anno che riscalda, allunga ed illumina le nostre giornate, anche se a volte trascina ancora temperature rigide.
Con il risveglio della natura ricompaiono anche tenere erbe che oltre ad essere la farmacia del Signore,  entrano in cucina con la primavera, insaporendo e variando i nostri abituali cibi e diventano deliziose pietanze. Ne ho rappresentate tre che ho comperato, ma nei giardini e nei prati ci sono ora tante varietà,
Sono ricomparsi asparagi bianchi, verdi e nel sottobosco gli appassionati raccolgono quelli selvatici con i quali si fanno ottime frittate e risotti.
Lungo fossati e  campi si trova in questo periodo il luppolo,  che noi chiamiamo "bruscandoi" (il primo a sinistra)  che può essere gustato semplicemente lessato, ma in minore quantità si fa apprezzare in frittata o risotto.
Qualche giorno fa ne ho  preparato uno con il riso nero, denominato venere, che ho incominciato ad apprezzare da poco. Va lessato a parte precedentemente ed unito per qualche minuto alla verdura di stagione precedentemente, portata a cottura a pezzetti dopo aver rosolato cipolla o aglio. Al mio risotto alla fine ho aggiunto formaggio emmental e parmigiano grattugiati. Il risultato  è stato molto apprezzato,
Anche il tarassaco ed altre erbe miste raccolte in questo periodo possono diventare ottime verdure cotte.