sabato 24 settembre 2016

Un piccolo Atto di Gentilezza



Da "Brodo caldo per l'ANiMA, per le DONNE

Era il giovedì della bontà, il giorno della settimana in cui io e le mie figlie entravamo in servizio. Sì trattava di un appuntamento settimanale che io e le mie due bambine avevamo istituito da un paio di anni.  Il giovedì era per noi il giorno in cui uscivamo e andavamo  a compiere una buona azione a favore del prossimo. Quel particolare giorno non avevamo un'idea precisa riguardo all'azione che avremmo portato a termine, ma sapevamo che l'occasione per essere "buone" si sarebbe presentata.
Mentre guidavo nel traffico della strada di Houston, sperando di imbattermi presto in una situazione che potesse favorire il nostro Atto di Gentilezza della settimana, le lancette dell'orologio mi  informarono che era mezzogiorno e le mie due bambine cominciarono ad avvertire i morsi della fame. Intonarono così un coro al quale non potevo prestare orecchie da mercante:  "McDonald's McDonald's. Mentre proseguivo lungo la strada mi capitò di notare, come se fossi stata colta da un'illuminazione, che a ogni incrocio sostava un mendicante. Il pensiero mi attraversò la mente repentino: se a quell'ora le mie due bambine erano affamate, non c'era dubbio che anche quei mendicanti dovevano esserlo. Perfetto! L'occasione per realizzare il nostro Atto di Gentilezza si era presentata. Avremmo offerto il pranzo a ogni singolo mendicante presente su quella strada.
Dopo aver individuato un McDonald's dove le mie figlie scelsero due Happy Meal, ordinai altri quindici pasti da offrire a quelle persone bisognose. Dopodiché ripartimmo a bordo dell'automobile per attuare la distribuzione. Fu davvero un enorme piacere! Accostavo l'auto vicino al mendicante, gli porgevo un'offerta in denaro e tutte e tre gli rivolgevamo i nostri auguri. Poi, prima di ripartire, aggiungevamo: "Oh, a proposito...buon appetito!". Dopodiché partivamo veloci in direzione dell'incrocio successivo.
Pensai che quello era il modo migliore di offrire qualcosa ai bisognosi. Noi non avevamo il tempo di presentarci nè di spiegare qual era il nostro scopo e loro non avevano il tempo di ringraziarci. L'Atto di Gentilezza era quindi anonimo e legittimo da entrambe le parti. Per di più, noi eravamo felicissime di ciò che vedevamo nello specchietto retrovisore: una persona sorpresa  ed entusiasta ci guardava con il sacchetto contenente il pranzo sollevato a mezz'aria , mentre noi ci allontanavamo. Un'esperienza fantastica !
Eravamo quasi giunte alla fine della nostra strada dov'era ferma una donnina che chiedeva l'elemosina . Noi le offrimmo gli ultimi spiccioli della giornata e il sacchetto con il pranzo, dopodiché mi impegnai in un'inversione a U per dirigermi senza indugi nella direzione opposta, verso casa. Sfortunatamente il semaforo era rosso e fummo costrette a fermarci all'incrocio dove sostava la donnina. Ero imbarazzata e non sapevo proprio come comportarmi; non volevo che lei si sentisse obbligata a ringraziarci o a compiere qualsivoglia gesto.
Lei invece, si diresse verso di noi. Abbassai il finestrino proprio mentre lei cominciava a parlare: "Nessuno era mai stato tanto gentile con me prima d'ora", mi spiegò  con stupore. "Be' ci fa piacere di essere state le prime", risposi. Mi sentivo a disagio e volevo cambiare argomento così le chiesi: "Allora, quando pensa di cominciare a pranzare?".
Lei mi guardò con i suoi grandi occhi tristi e mi rispose: "Oh, cara, non lo mangerò io il contenuto di questo sacchetto", La sua risposta mi lasciò perplessa, ma lei proseguì spiegandomi: "Vede, anch'io ho una bambina a casa che va matta per le prelibatezze di McDonald's; io non posso comprargliele perché non ho mai abbastanza soldi... Invece stasera, la mia bambina potrà gustarsi un vero Happy Meal!".
Non so se le mie figlie si accorsero che avevo le lacrime agli occhi. Tante volte mi ero chiesta se quei nostri Atti di Gentilezza non fossero, dopo tutto, una goccia nel mare, troppo piccoli e insignificanti per fare davvero del bene a qualcuno. Eppure, quel giorno, capii quanta verità racchiudono le splendide parole di Madre Teresa di Calcutta: "Non possiamo compiere grandi imprese, ma solo piccole imprese con grande amore".

sabato 17 settembre 2016

#estatedellavita



Dalla Stampa del 7 agosto 2016

" i giorni precedenti la partenza per Asti li volli dedicare al mare e, come sempre facevo quando ancora abitavo a Crotone, mi rifugiai alla Punta per qualche tuffo da quegli scogli che conoscevo a menadito. L'acqua era tiepida, agosto culminava la sua parte d'estate con la calura feroce e l'acqua era l'antidoto al boccheggiare. Era avvenuto, qualche giorno prima di Ferragosto, che sul mare calasse una fittissima nebbia e tutti rimanemmo sbigottiti e timorosi che potesse capitare qualche sortilegio legato alle dicerie su una prossima fine del mondo. Io considerai il fenomeno come un saluto della mia terra. Non che lasciare Crotone al culmine di quella strana estate mi garbasse  tanto. Mio padre era già ad Asti e aspettava che lo raggiungessi.
La mia infanzia si era incasinata, avevo saltato alcuni passaggi, e ora, mi ritrovavo pronto a partire e quel girovagare per la spiaggia di Crotone era  l' inutile tentativo di riempirmi gli occhi e la mente di quel posto magico che tanto amavo. Mio zio era comparso per riportarmi alla palazzina e a Crotone mi ci avrebbe riaccompagnato il 14 agosto per prendere il treno per Asti. Fu un viaggio lungo, insonne. Non avevo la precisa idea di quello che avrei trovato. Alla stazione di Asti trovai la stessa nebbia che aveva offuscato il mare giorni prima. L'altro lato del sipario, la nuova scena che andavo a a cominciare. Mi resi conto che ero stato catapultato in un mondo estraneo che non mi apparteneva o, meglio, a cui non appartenevo. Riabbracciare  mio padre acuì la sensazione di essere in trappola. Per molto tempo gli rimproverai, in cuor mio, il fatto che non mi avesse mai parlato come facevano altri padri con i loro figli. C'era quell'amore immenso che la mamma divideva tra noi tutti, la sua allegria contagiosa. Il pensiero che lei fosse rimasta  alla palazzina di Polligrone con il resto della famiglia mi fece venire in mente la sua voce e quella di nonna Giovannina.
 A Crotone la gente, a Ferragosto, fa tante cose. Le strade si animano e tutti hanno un posto dove andare a passare la giornata in allegria. Le strade di Asti erano desolatamente deserte e le saracinesche dei negozi abbassate, si capiva che molti erano andati via per passare la giornata in allegria. Ferragosto è uguale in tutto il mondo, pensai. Alle prime luci di quel lontano Ferragosto la nuova scena si aprì in un teatro senza spettatori, senza musicanti, senza attori. Il mondo mi apparve come una landa deserta dove risuonavano echi lontani di passi felpati e anche il sole, più tardi,  non riuscì a rianimare una città che non ne volle sapere del mare che avevo lasciato poche ore prima   e che tornava a lambire i miei piedi posati su una terra immemore di un mare che l'avvolse molte scene fa .
                                                                                                                   Gregorio Crudo

domenica 11 settembre 2016

In dirittura di arrivo: AUTUNNO



Manca solo una dozzina di giorni e  il calendario ci segnerà l'arrivo di una nuova stagione, tenue, dolce, ma triste perché ci avvia progressivamente verso l'inverno freddo, più buio che porta con sé timori, incognite e più solitudine per chi  è limitato ad uscire e di conseguenza anche le occasioni di compagnia si rarefanno..
Già nell'ultimo mese d'inverno cerchiamo di scoprire i segni dell'arrivo della primavera che nel nostro subcosciente è simbolo di apertura di vita, di speranze, che anche se non si avverano, ci accompagnano comunque per diversi mesi.
Il mio risveglio, sempre molto mattiniero, di giorno in giorno in primavera mi offre uno spettacolo sempre più luminoso e anticipato dell' apparire del sole.
Già in agosto di sera in sera notiamo come il tramonto del sole si anticipi e fortunatamente l'ora legale che si protrae a lungo e ricomincia in marzo riduce a qualche mese il periodo in cui alle quattro del pomeriggio siamo quasi al buio.
Essendomi imposta di guardare solo al bicchiere mezzo pieno, voglio cercare di vedere solo i molti aspetti positivi che l' autunno porta con sé. Negli ultimi anni la temperatura abbastanza mite si è protratta fin quasi a Natale e speriamo sia così anche quest'anno.
La natura si ammanta di colori splendidi in molteplici sfumature, soprattutto del marron,
dell'arancio, del giallo e del verde.
Tante fresche verdure e saporiti frutti giungono a maturazione: mele, pere, uva, noci, nocciole, ed in particolare le castagne che ci fanno ricordare caminetti accesi, il profumo  di castagne e abbrustolite, accompagnate da un frizzante bicchiere di  vino nuovo e la compagnia di persone che amiamo e ci amano....
Voglio proporre soprattutto a me di non lasciarmi influenzare da un'atmosfera languida e triste che spesso l'autunno ispira e continuare ad assaporare ed a vivere in pienezza tutto gli aspetti positivi che la vita ancora mi riserva......Buon sereno autunno

martedì 6 settembre 2016

Fai un Passo indietro



Da "Brodo caldo per l'anima": ANGELI TRA DI NOI

Sì tratta di scegliere se credere in sette vie di fuga la settimana o in un angelo custode
                                                                   Robert Braun

"Mio figlio Ryan aveva dieci anni e andava matto per il calcio. Lo si vedeva di rado senza un pallone tra i piedi. Una sera andai a prenderlo agli allenamenti. Era buio e le luci intense proiettano lunghe ombre sul campo. Il vento cominciò a soffiare da sudest. Si stava preparando uno dei temporali che spesso flagellato la Florida centrale.   Ryan era in porta, impegnato a parare i tiri dei compagni in attesa dei loro genitori, quando una raffica di vento sollevò la struttura di legno, che non era ancorata al terreno da sacchi di sabbia o altri oggetti pesanti. Il telaio massiccio cadde avanti, con la traversa che precipitava diritta verso la testa di mio figlio.
 Lui e gli altri non se ne accorsero. 
Non sapevo cosa fare, Se lo avessi chiamato, forse si sarebbe voltato ma non si sarebbe mosso, oppure si sarebbe diretto verso di me ma avrebbe continuato a essere in pericolo. Volevo che corresse lontano dalla porta, ma temevo che non sarebbe stato abbastanza veloce. 
Sentendomi impotente, tacqui, ma il mio cuore lanciò una preghiera a Dio. 
D'un tratto Ryan, apparentemente ignaro di tutto, fece un passo indietro, entrando nella porta una frazione di secondo prima che la struttura toccasse terra. Gli mancò  la testa di pochi centimetri, precipitando nel punto in cui era stato fa era stato fino a poco prima. 
Corsi da lui.
"Stai bene? Meno male che ti sei spostato. Che cosa ti ha spinto a farlo? Era l'unico modo per salvarti" Mi resi conto di quanto fossero vere quelle parole mentre lo aiutavo a uscire da sotto la rete.
" Ti ho sentita urlare: "Fai un passo indietro!"e ho obbedito". "Ma io non l'ho detto niente. Nessuno ha parlato. È successo tutto così in fretta che non avrei nemmeno saputo cosa dire".
Ci guardammo, con lo stesso pensiero che ci attraversava la mente. 
"Credi che sia stato il mio angelo custode?" Chiese. "Sì".
Ringraziai Iddio per aver risparmiato mio figlio.